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viernes, 8 de mayo de 2020

Intervista a Blanca Chancosa.

Uniti si vince!

Blanca Chancosa

Leader storica del movimento indigeno ecuadoriano. Coofondatrice del Movimento Contadino Indigeno dell’Ecuador, oggi componente della CONAIE.
Nell'attuale Costituzione dell’Ecuador si riconosce il Sumak Kawsay
Si! L’attuale Costituzione dell’Ecuador include moltissimo del modello di sviluppo denominato "Sumak Kawsay".
Durante l’elaborazione della Carta Costituzionale di Montecristi (nel 2007), l’organizzazione CONAIE (Confederacion Nacionalidades Indigenas del Ecuador) elaborò e propose una carta costituzionale alternitava. Fu l’unica organizzazione a farlo, gli altri si limitarono a proporre delle modifiche alla Costituzione in elaborazione. In quel momento storico molte proposte avanzate dalla CONAIE furono accettate.
Un altro elemento riconosciuto nella Magna Carta è stata la PLURINAZIONALITÀ che rappresenta un aspetto fondamentale per noi popoli indigeni dell’Ecuador in quanto nel nostro Paese ci sono 14 nazionalità.
Però questo stesso riconoscimento, non presente nella Costituzione del ’98, non viene applicato dall’attuale governo. Questo genera attrito con l'ufficialismo. Il Presidente Correa, nelle occasioni pubbliche ed ufficiali, si presenta come Presidente dell’Ecuador e non anche delle 14 nazionalità indigene. Questo per esempio non succede in Bolivia dove il Presidente Morales e i ministri si presentano come i rappresentanti di uno Stato Plurinazionale ed Interculturale.
L’interculturalità, a mio avviso, viene interpretato come tolleranza delle culture differenti del paese mentre la Plurinazionalità viene associato all’esercizio del diritto che è un processo ed un riconoscimento di carattere politico che manca ancora.
Un altro diritto riconosciuto, grazie alla nostra pressione come organizzazione, è stato quello dell'autoderminazione dei popoli dell’Ecuador. Questi diritti e doveri oggi sanciti nella Costituzione hanno una storia lunga più di 20 anni. Una storia segnata dal sacrificio e dalla lotta.
Quali sono le contraddizioni del Governo e come si manifesta coi movimenti indigeni?
Moltissime. Ci hanno concesso molte cose peró in cambio di altre. La concessione di frequenze per l'apertura di radio comunitarie, locali e nazionali è positivo ma non possiamo avere una posizione contraria al Governo. Se ci poniamo contro l'officialismo rischiamo la censura e la chiusura della radio.
La contraddizione esiste anche nelle politiche estrattive e minerarie. L’estrazione viola le leggi costituzionali che difendono il territorio e le risorse naturali del Paese.
Una cosa molta grave è la criminalizzazione del Movimento Indigeno, a mio avviso.  Questo fenomeno si sta registrando negli ultimi tempi. Il Presidente ci sta criminalizzando e dividendo. Le nostre manifestazioni sono represse, nonostante ci siano proposte per il miglioramento della situazione attuale.
Qualche tempo fa è stato ucciso un leader indigeno della Provincia dell’Imbabura ed il Governo invece di fare delle ricerche serie ha cominciato ad incolparci. Anch’io sono stata perseguitata ed ho rischiato 5 anni di carcere.
In definitiva esiste una contraddizione di fondo. Il Sumak Kawsay trova fertilità e giusta applicazione in un sistema socialista effettivo, in un sistema comunitario e convivenziale con la Pacha Mama (Madre Natura) e non in un sistema liberale nel quale stiamo vivendo.
Che fare?
Bisogna continuare a lottare. Penso che non dobbiamo limitarci semplicemente alla difensiva ma anche elaborare proposte alternative. Dobbiamo, inoltre, combattere l’arrivismo all’interno dello stesso movimento indigeno. Sono contraria alla scelta di un leader che debba rappresentarci; questo serve a dividerci e ad allontanarci.
Noi abbiamo bisogno di un’autorità popolare e comunitaria. Bisogna realizzare delle assemblee comunitarie che rappresentino en todo l’AUTORITÀ che ci consenta di POTER POTERE e non di NON POTER POTERE.
Come continua il tuo contributo all’interno del Movimento Indigeno?
Il mio contributo è rivolto soprattutto alle donne. Dobbiamo cominciare a rafforzarci, entrare nella formazione dei quadri politici. Stiamo continuando a riunirci nelle assemblee, ma senza lasciare il confronto con gli altri. Creare una rete per essere uniti, perché uniti si vince.
di Davide Matrone
*Lintervista si tenne a San Antonio de Ibarra nel 2012.

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