L'ultimo gaitero dell'Isola del Rosario di Cartagena
(Colombia)
Quito, 13 dicembre del 2020.
Correva l'anno 2010.....
Ero con alcuni amici in Colombia. Avevamo deciso di trascorrere il Natale ai Caraibi, come il titolo di un fil di Carlo Vanzina. Da Cartagena de las Indias prendemmo un ferry boat per raggiungere il delfinario situato su una delle Isole del Rosario.
Dopo aver visitato il delfinario e la splendida isola dell'arcipelago, decidemmo di contattare un pescatore locale con l'intenzione di proseguire verso il mare aperto e raggiungere la più grande delle isole del Rosario. Alla fine ci riuscimmo.
Giunti su quest'isola paradisiaca ci restammo per 4 giorni. Tra i tanti ricordi da condividere, eccone uno.
Un giorno mentre passeggiavo sull'isola, fuori la porta di una casetta di legno vidi un musicista suonare una gaita. Mi fermai ad ascoltarlo. Durante un momento di silenzio, mi avvicinai e cominciai a conversare con lui. Mi cominciò a raccontare della sua passione per la musica, per la gaita e dei suoi concerti per il continente. Dopo alcuni minuti uscì dalla casetta sua moglie che mi offrì qualcosa da bere e la chiacchierata si fece ancor più piacevole. Quella storia mi aveva già catturato e cosí li interruppi per un momento perché avevo bisogno di andare a prendere il mio tacquino e di realizzare un'intervista al gaitero. Sixto e Wilma mi attesero con gioia.
Andai alla mia capanna, coinvolsi la mia amica Alessandra (ottima fotografa) che mi accompagnò in quella che poi divenne l'intervista all'ultimo gaitero dell'Isola del Rosario.
Da quel 27 di dicembre del 2010 non ho più saputo nulla di questo tenero signore. Oggi dovrebbe avere 80 anni. Spero sia ancora vivo e che continui a suonare la sua gaita negra nella meravigliosa isola paradisiaca del Rosario di Cartagena.
Vi ripropongo quest'articolo scritto 10 anni fa.
Buona lettura!
Il musicista Sixto Silgado Paito - Foto di Alessandra Del Carmine |
di Davide Matrone - Isola del Rosario di Cartagena (Colombia)
dicembre 2010
“Quando iniziai a suonare la gaita negra avevo appena 12 anni….” cosi ha inizio l’incontro con Sixto in un caldissimo pomeriggio di fine dicembre.
Sixto, oggi sessantanovenne e membro attivo del Consiglio Comunitario Afrocolombiano delle isole del Rosario è nato a Flamenco de Maria,
Sixto Silgado Paito, oggi vive sull’isola del Rosario che è una delle 27 isole dell’arcipelago caraibico colombiano di fronte alla splendida città di Cartagena, sede di un prestigioso Festival Internazionale di Cinema Latinoamericano.
Quando l'abbiamo incontrato era seduto sotto un albero secolare presente in questo paradiso terrestre incontaminato del mar dei Caraibi. Il silenzio veniva interrotto di tanto in tanto dagli scatti della macchina fotografica della mia amica Alessandra testimone dello storico incontro.
Paido giunge su quest'angolo di paradiso nell'anno 1962, quando vi erano pochissimi nativi e l’attività principale era quella della pesca e della coltivazione del cocco. Quest’ultima cancellata con l’arrivo dei gringos (statunitensi) che con l’avvento del turismo hanno espropriato senza rimborsi gran parte delle terre agli abitanti locali. Oggi sull’isola vivono circa 600 persone. Nel frattempo, alla pesca si è aggiunta l’attività artigianale e quella della costruzione di abitazioni in legno. Sixto ci racconta che la sua capanna - dove da rifugio alla sua amata compagna di vita Wilma - l’ha fabbricata e costruita lui con le sue mani.
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La sua cinquantennale attività di gaitero l’ha portato in giro per
“ho suonato a Medellin, a Bogotà, a Calì, a Cartagena, a Barua e sono stato sull’isola di Fidel Castro (a Cuba) dove sono stato ospite delle istituzioni per tre mesi. Lì ho visto un popolo unito che ha praticamente tutto ma nonostante ciò non abbandonerei mai la mia isola. A maggio poi andrò a suonare a Parigi in compagnia di una cara amica francese che vive a Bogotà”.
La sua musica si ascolta con buoni consensi in tutta
Sixto Silgado Paito è un validissimo esponente di un genere musicale che racconta la storia e le vicissitudini di un popolo che ha subito una deportazione di massa sin dal secolo XVI. I testi delle sue canzoni ripercorrono la diaspora degli africani che dalle sponde del continente nero approdavano alla città di Cartagena delle Indie per essere smistati per l’intero continente sudamericano.
Con la sua gaita e il suo tambor, Paido, interpreta generi musicali differenti come il merengue, il vallenato, la salsa, il son e il porro. Una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. Nella sua famiglia cominciò suo nonno, poi suo padre ed oggi lui cerca di trasmetterlo al suo ultimo figlio che è l'erede di una tradizione antica e prestigiosa. Prima di salutarlo gli chiedo come vive oggi sull’isola e con un tenero sorriso pieno di calore mi risponde:
"con la passione per la musica gaitera e di ciò che la terra mi regala ogni giorno".
Poi silenziosamente si alza, ci regala una papaia e ci saluta con un sorriso.