Focus #Ecologismointernazionale, Latinoamerica, #Ecuador
Intervista a #DavideMatrone Docente di Analisi politica, Facoltà di Comunicazione, dell’Università Salesiana Politecnica di Quito.
COME #RossoAmbientalista, STIAMO PROVANDO A FARE UN FOCUS SULLE LOTTE AMBIENTALI INTERNAZIONALI. L’AMERICA LATINA E’ SEMPRE STATO UN LABORATORIO, SI PARLA DI ECOLOGIA DELLA LIBERAZIONE O DEI POVERI. IN ECUADOR, DOVE INSEGNI DA ANNI, CHE ACCADE?
-Il tema necessita di una premessa, che ha a che vedere con i paradigmi ecologisti che si sono sviluppati negli ultimi anni. In particolare, dal 2007 al 2017 in Ecuador, con #Correa sono state messe in campo politiche dal carattere neo-keynesiano, che si allineavano al vento del cosiddetto Socialismo del XXI secolo. E' stato un periodo florido per lo sviluppo, le nuove infrastrutture, per le risorse redistribuite, i diritti dei lavoratori, il recupero della sovranità nazionale... Ma questo modello sviluppista, è stato foriero di contraddizioni, soprattutto in campo ambientale. Il mito sviluppista, basato sull'estrazione mineraria violava le nuove costituzioni emanate nel 2008 in Ecuador, o nel 2009 in Bolivia, che ad esempio ha vissuto le stesse problematiche. Questo ha creato uno scollamento con il #Movimentoindigenas, molto forte nel paese. Purtroppo, neanche con Correa si sono immaginate politiche ambientali basate su fonti alternative. Questa situazione di allontanamento dei movimenti dall’esperienza #Ciudadana ha aperto la strada agli attuali governi ultra-liberisti.
…E ADESSO?
-L’Ecuador adesso sta in pieno auge neoliberista, i governi di destra hanno sostituito il neo-keynesianismo con il neo-liberismo sfrenato, l’estrattivismo delle miniere e del petrolio è aumentato vertiginosamente, soprattutto nell’#Amazzonia, dove risiede la maggioranza delle popolazioni indigene; le politiche pubbliche sono state drasticamente ridimensionate, è stato abolito il ministero del #buenvivir istituito sotto Correa, che doveva occuparsi di coniugare la difesa dell’ambiente e le politiche di sviluppo, per un’idea di #Socialismoecologico.
IN QUESTO QUADRO I MOVIMENTI ECOSOLIDALI, COME SONO ORGANIZZATI?
- C’è da dire che i movimenti #ecosolidali cercano di riprendersi dopo una fase di retrocessione e frammentazione, seguita alle grandi mobilitazioni di ottobre 2019, che oltre all’Ecuador hanno infiammato gran parte del SudAmerica. La #Conaie, l’organizzazione del Movimentoindigenas, si ispira ad un modello di socialismo comunitario, totalmente alternativo al capitalismo neoliberale. L’intento è coniugare giustizia sociale e #giustiziaambientale, la socializzazione dei mezzi di produzione con il rispetto della #natura, ritenendo che sia questo paradigma a dover determinare le politiche di sviluppo e modernizzazione, teorizzando anche forme di #decrescita economica, dove ciò che si produce deve essre redistribuito a favore delle comunità e dell’ #ecosistema.
Poi all’interno della società civile, più presente nelle zone urbanizzate, ci sono collettivi meticci con istanze ecologiste, vicini al Movimento indigenas che si ispirano all’ecosocialismo.
-Ad esempio la Conaie con il gruppo di #Azioneecologica hanno portato avanti una piattaforma contraria alle politiche estrattiviste minerarie e petrolifere, che avvengono in maniera selvaggia in tutto il paese, inquinando senza controlli, distruggendo le #biodiversità e mettendo in pericolo la vita delle comunità indigene, soprattutto in Amazzonia. I movimenti le chiamano le #necropolitiche, le politiche della morte. In queste settimane si sono sviluppate forti mobilitazioni in varie zone del paese, dichiarate dalla Costituzione riserve naturali. C’è stata una massiccia raccolta firme, con la richiesta di un referendum contro l’estrazione mineraria nelle regioni che dovrebbero essere #ecoprotette. Nella regione della #Pichincha, dove sta la capitale Quito, 10 comuni si sono uniti per difendere una grande riserva ecologica, qui il Prefetto della regione sta affiancando le popolazioni in lotta nella richiesta del referendum popolare… questo sta accadendo anche nella regione dell’Azuay, e queste lotte stanno ricompattando il #fronteambientalista. Su queste tematiche e in opposizione al governo delle destre, #LeonidasIza Presidente della Conaie ha proclamato lo sciopero generale.
LA VITTORIA DI BORIC IN CILE APRE UN NUOVO SCENARIO PER TUTTA L’AMERICA LATINA, HA PRESENTATO UN PROGRAMMA BASATO SU GIUSTIZIAAMBIENTALE E CONTRASTO AI #CAMBIAMENTICLIMATICI
-La vittoria di Boric ha dato nuova linfa al progressismo sudamericano e alle istanze ecosolidali, questa arriva proprio dopo una ripresa in Cile, Colombia, Bolivia e Brasile dei movimenti per l’acqua, la terra, per i diritti dei lavoratori. A breve si voterà in Costa Rica, Colombia e Brasile, si possono aprire scenari interessanti. In Colombia il candidato della sinistra #Petro, ex sindaco di Bogotà, potrebbe andare al ballottaggio, in un’alleanza tra il partito Colorado e i partiti #Verdi, sfruttando l’onda lunga delle mobilitazioni dei #lavoratoriagrari, febbraio sarà un mese decisivo per capire il quadro politico-elettorale. Lo stesso Iza in Ecuador, dopo il risultato cileno, ha fatto appello al partito #Unes ( Union de la Esperanza) di Correa per arrivare ad un accordo elettorale per le amministrative con #Pachakutik, il braccio politico del Movimento indigena.
QUINDI SI PUO’ APRIRE UN NUOVO CICLO?
-Venti anni fa, nessuno poteva immaginare l’esperienza Venezuelana, Lula in Brasile, un sindacalista indigeno in Bolivia, un esponente della #TeologiadellaLiberazione in Paraguay. Il progressismo latinoamericano deve riconfigurare un nuovo programma imparando dagli errori degli anni scorsi, per poter cominciare una nuova stagione. Basandosi sul conflitto Capitale – Ambiente-Lavoro - Genere, ascoltando le comunità, in una connessione forte con tutte le realtà territoriali e le istanze dell’#ecologiadellaliberazione. Anche in ambito accademico si sente che questi temi sono prioritari, basta pensare che gran parte delle tesi dei ragazzi sono incentrate sui temi #ambientali.
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