Il caso Furukawa avanza.
di Davide Matrone
Precedenti storici
(Tratto da un articolo scritto dalla giornalista ecuadoriana Mishell Mantuano e tradotto personalmente per Pagine Esteri) https://pagineesteri.it/2021/12/14/mondo/sfruttamento-e-schiavitu-moderna-in-ecuador-il-caso-furukawa/
Foto 1. Fonte: https://www.bbc.com/mundo/noticias-america-latina-57003652 |
Nel 2018 dall’Ecuador verso gli Stati Uniti e l’Asia, si sono esportate 7.233 tonnellate di fibra di abacà, registrando un introito di 17.2 milioni di dollari. Tuttavia, dietro queste cifre impressionanti e positive per l’impresa c’è un quadro disumano di sfruttamento della mano d’opera e pura schiavitù di carne umana. I circa 200 operai afrodiscendenti, contadini e analfabeti lavorano nelle istallazioni in condizioni disumane con interminabili giorni di lavoro, bassissimi salari, senza contratti e nessun beneficio di legge come contributi e previdenza sociale. Per non parlare del diritto allo sciopero e di reclamo verso l’azienda. Quest’ultima, secondo testimonianze dei lavoratori, non somministra nemmeno gli strumenti adeguati e necessari per la lavorazione dell’abacà generando negli anni mutilazioni corporali agli operai delle fabbriche. Il caso di schiavitù venne alla luce nel febbraio del 2019 quando la Difensoria del Pueblo raccolse una serie di testimonianze dirette di lavoratori e pubblicò un rapporto nei quali emergevano le violazioni dei diritti umani e lavorativi realizzate dalla multinazionale giapponese. Centinaia e centinaia di lavoratori, finalmente, avevano avuto il coraggio di denunciare gli orrori a cui erano sottoposti da intere generazioni. Di lì in avanti si sono susseguiti una serie di esposti a tutti i livelli fino a giungere al Presidente della Repubblica. I lavoratori hanno chiesto e continuano a chiedere che si faccia giustizia e che l’impresa indennizzi i danni causati sulla pelle dei lavoratori (uomini, donne e bambini). Inoltre, chiedono che l’impresa non venga chiusa ma che rispetti lo Statuto dei Lavoratori e che vengano migliorate le condizioni di vita e lavorative di tutti gli operai.
Dopo le denunce dei lavoratori, le autorità governative hanno realizzato una serie di sopralluoghi ed hanno potuto verificare le inadempienze gravi della multinazionale in termini di: sfruttamento del lavoro, sfruttamento minorile del lavoro, forme di schiavitù, contributi non pagati, violazione dei diritti umani, mancanza della previdenza sociale, assenza dei servizi basici. A questo si aggiungono le malattie croniche che presentano i lavoratori e le condizioni di estrema povertà in cui versano.
Foto 2. Fonte: https://www.planv.com.ec/investigacion/investigacion/abaca-esclavitud-moderna-campos-ecuador |
Aggiornamento
Dopo varie udienze, domani 23 febbraio la giudice Susana Sotomayor deciderà se chiamare a giudizio i rappresentanti dell'Impresa Furukawa per il delitto di tratta di persone con fine allo sfruttamento lavorativo.
Per saperne di più, ho contattato l'attivista Vanessa Bosquez della Comissione Ecumenica dei Diritti Umani (CEDHU) e l'Avvocato delle vittime del caso Furukawa Alejandro Morales che mi hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni.
La comunicatrice specializzata in Diritti Umani e attivista del CEDHU Vanessa Bosquez.
Quali sono i gruppi che sostengono la causa?
Siamo una serie di collettivi e persone che stanno appoggiando la causa dei lavoratori dell'impresa Furukawa. C'è il comitato di Solidarietà Furukawa Nunca Más, il gruppo di Afro Comunicaciones, la CEDHU e la CDES. Stiamo per realizzare una convocazione per raggruppare altre persone e gruppi che vogliono appoggiarci in differenti ambiti come per esempio, la parte comunicativa, organizzativa, legale ed anche nella recuperazione di risorse e fondi per le famiglie dei lavoratori e delle lavoratrici.
L'avvocato Alejandro Morales.
Quali sono le ultime novità?
Domani alle 9,30 è stata convocata l'udienza e probabilmente si sposterà a data da definire. Non so ancora quale sia la causa. Domani lo sapremo. Al momento la situazione vive una fase di stallo e non ci sono passi in avanti. Al momento ci sono 106 vittime coinvolte nel processo che denunciano i rappresentanti dell'impresa per tratta di persone con l'obiettivo di sfruttamento lavorativo secondo l'articolo 91 del Codice Organico Penale (COIP). I lavoratori sono anche denuncianti particolari e in alcuni casi e chiedono misure di riparazione integrale oggettive economiche e simboliche.