L’Onu dice basta ma il Blocco Economico di Cuba non cesserà
di Davide Matrone | 4 Nov 2023 | America Latina, Primo Piano
di Davide Matrone
Pagine Esteri, 4 novembre 2023 – Il 2 novembre all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si è tenuta la votazione della Risoluzione contro il Blocco Economico inflitto dagli Stati Uniti a Cuba. Il risultato anche quest’anno è stato schiacciante a favore del governo cubano. Ben 187 paesi membri dell’ONU hanno votato per l’eliminazione dell’anacronistico blocco economico, commerciale e finanziario che colpisce l’economia dell’Isola grande dei Caraibi. Solo due paesi hanno votato contro e sono gli Stati Uniti e lo stato d’Israele. Un solo astenuto, l’Ucraina.
Precedenti storici
La vittoria della Rivoluzione Cubana nel 1959 determinò il punto di rottura della geopolitica continentale e la questione cubana divenne il nodo principale della politica estera degli Stati Uniti. Fu immediata la reazione del paese nordamericano che cominciò ad armare una serie di piani per destabilizzare il primo governo rivoluzionario e socialista del continente. L’azione di forza contro Cuba era stata già progettata sin dai primi mesi della vittoria di Castro. A fomentarla fu l’allora vicepresidente degli Stati Uniti Richard Nixon che aveva messo su “Il Progetto Cuba” coi fratelli Dulles, John Foster e Allan, rispettivamente Segretario di Stato e capo della C.I.A.
Il 17 marzo del 1960 il presidente statunitense Dwight Eisenhower approvò il piano che includeva una guerra psicologica e azioni politiche, economiche e paramilitari contro Cuba e la sua popolazione. Nel settembre del 1960 Fidel Castro pronunciò il suo primo discorso alla sede delle Nazioni Unite a New York ed era ben chiaro che il suo governo non avrebbe retrocesso di un millimetro di fronte ai piani e agli attacchi dell’imperialismo nordamericano che fu criticato duramente dallo stesso Castro per almeno 10 volte nel suo discorso. La risposta statunitense fu immediata: nell’ottobre del 1960 cominciò ad applicarsi il blocco economico contro Cuba dopo le espropriazioni delle compagnie e proprietà statunitensi ad opera del governo Rivoluzionario.
Il punto di massima rottura tra i due paesi si ebbe nell’anno 1962. Nel gennaio dello stesso anno, si organizzò l’Ottava Riunione di Consulta dei Ministri delle Relazioni Estere degli Stati Americani a Punta del Este in Uruguay. A quell’incontro il governo di Cuba si presentò con una folta delegazione presieduta dall’ex Presidente Oswaldo Dorticós. L’allora Governo Rivoluzionario denunciò che Washington pretendeva utilizzare l’evento per ricattare i paesi dell’America Latina e metterglieli contro. Alla fine della riunione Cuba fu esclusa dall’OEA. Come risposta a questa esclusione, nei primi giorni di febbraio si approvò la Seconda Dichiarazione di l’Avana in una gigantesca concentrazione popolare nella Piazza della Rivoluzione “José Martí”. Giorni successivi si stabilisce il blocco economico totale contro Cuba ad opera del governo Kennedy con la Risoluzione 3447. Da allora il blocco, commerciale e finanziario non è terminato, anzi ha registrato inasprimenti in vari momenti storici come quelli degli anni 90 con la promulgazione delle leggi Helms Burton, Torricelli, poi quelle dell’anno 2000 e le ultime nel governo di Donald Trump con un pacchetto di leggi ad hoc per inasprire la condizione materiale dei cubani.
Gli effetti del blocco economico a Cuba
Gli effetti di questa misura sono stati devastanti per la popolazione cubana e i suoi governi. Il blocco si applica nell’ambito economico, commerciale e finanziario colpendo tutti i settori dell’economia nazionale cubana. Secondo stime governative dal 1962 ad oggi si calcola una perdita per un totale di 160 miliardi di dollari. Nel solo anno 2022 / 2023 le perdite ammontarono a 5 miliardi di dollari. Eppure nonostante queste grandi perdite, Cuba ha resistito con dignità e finanche alle perdite causate dalle importazioni dall’ex URSS dopo la caduta del muro di Berlino. È riuscita anche a brevettare 5 vaccini grazie ai successi della biotecnologia nazionale durante la grande crisi del biennio 2019, 2020 dovuta alla propagazione del COVID 19.
31 Votazioni dell’ONU che condannano il blocco economico
Fu nell’anno 1991 che si presentò per la prima volta all’ONU, il Progetto di Risoluzione contro il Blocco Economico da parte del governo Cubano. A pochi giorni dalla votazione, la delegazione cubana ritirò il documento per le enormi pressioni da parte del governo statunitense. Dal 1992 si registrò la prima votazione che si ripete ogni mese di novembre all’interno dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Nel primo anno votarono a favore dell’eliminazione del blocco economico 95 paesi però dall’anno 2004 si passò a 179 paesi che condannarono la misura statunitense. La votazione con il numero più alto di paesi che dissero no al blocco si registrò nell’anno 2013 con 188 voti e da allora si oscilla tra i 184 e 187. Durante questi 3 decenni di votazioni, solo due paesi hanno mantenuto una posizione favorevole al blocco economico contro Cuba e cioè: Stati Uniti e Israele. Anche quest’anno sono stati gli unici due paesi a votare contro con un unico voto di astensione da parte dello stato di Ucraina.
foto di Jorge Luis Baños/IPS |
Il comportamento dell’Ucraina con la solidarietà Cubana
Nel 2018 L’Ucraina si assentò durante la votazione, poi seguirono quattro astensioni di seguito nelle votazioni del 2019, 2021, 2022 e 2023. Nel 2020 si registrò un’interruzione dei lavori dell’ONU per la situazione epidemiologica COVID-19 a livello globale.
L’Ucraina negli ultimi anni è chiaramente nell’orbita occidentale filostatunitense, oggi è aiutata e sostenuta economicamente, politicamente e militarmente dall’Europa e dagli Stati Uniti nel conflitto bellico contro la Russia ed è in processo la sua integrazione nella NATO. È quindi parte di quel pezzo di mondo che ostacola, critica e condanna Cuba in ogni occasione. Tuttavia non vota contro Cuba nelle votazioni annuali all’ONU. Perché?
Sarebbe il caso di ricordare quello che fece il governo cubano con la popolazione ucraina all’indomani del disastro nucleare di Cernobyl nel 1986. L’Ucraina allora era parte dell’impero sovietico e tra i primi paesi a solidarizzare con la popolazione ucraina fu proprio Cuba che attivò una serie di piani di solidarietà. Quando nell’anno 1990 il caso Cernobyl già non era più notizia, Cuba inviò sul suolo ucraino un gran numero di medici per riscontrare gli effetti delle radiazioni sulla popolazione. Dal 1990 al 2016 Cuba ha ricevuto sul suo territorio 26 mila ucraini di cui 22 mila bambini e bambine. Furono realizzate 70 mila consulte in 22 specialità mediche da parte dei medici cubani che usarono, oltretutto, farmaci prodotti dalla biotecnologia cubana. I primi 139 bambini e bambine che giunsero sull’isola cubana per ricevere trattamenti medici furono ricevuti personalmente dal Presidente Fidel Castro. Ancora oggi, moltissimi in Ucraina ricordano la solidarietà cubana. I bambini di allora, oggi adulti, raccontano quest’esperienza con affetto e rispetto come si evidenzia in un reportage realizzato dalla BBC inglese nel 2019. (https://www.bbc.com/mundo/noticias-america-latina-48616394)
Alcune reazioni dopo la votazione
Il Ministro degli esteri cubano ha dichiarato: “Durante 6 decenni, Cuba ha resistito a uno spietato blocco economico, commerciale e finanziario. Oltre l’80% della nostra popolazione attuale ha conosciuto solo la Cuba bloccata. La perversa decisione di rafforzare in modo inedito il blocco in questa congiuntura di crisi economica mondiale derivata dalla pandemia, per promuovere la destabilizzazione del paese, rivela con tutta chiarezza la profonda crudeltà e inumanità di questa politica”.
La ministra degli esteri del Gabón ha dichiarato: ”Il blocco economico, commerciale e finanziario ha un grande impatto per la vita quotidiana di tutti i cittadini di Cuba. Porre fine al blocco sarebbe un passo significativo per migliorare la qualità di vita del popolo cubano”
La ministra degli esteri cilena ha affermato: ”Cile non è d’accordo con le imposizioni delle sanzioni unilaterali di nessun tipo. Riaffermare la necessità di porre fine al blocco Economico a Cuba, cosi come la sua esclusione dalla lista dei paesi che patrocinano il terrorismo”
Per saperne di più ho contattato Yamila González Ferrer, Vicepresidente dell’Unione Nazionale dei Giuristi di Cuba che ha dichiarato: ”Questa votazione riflette l’opinione dell’immensa e schiacciante maggioranza di paesi del mondo contro una politica aggressiva e genocida degli USA contro il popolo cubano. Una volta ancora ha vinto la ragione, la giustizia e il reclamo di tutto il mondo che vuole porre fine a questo blocco economico, commerciale e finanziario. Credo che sia molto importante in questo momento riconoscere l’appoggio internazionale che permette di rendere più visibile la lotta di Cuba. Inoltre la giornalista cubana Diane Dewar raggiunta telefonicamente ha dichiarato: ”Il blocco economico statunitense contro Cuba è una delle più grandi ingiustizie commesse nel mondo. Per oltre sei decenni gli Stati Uniti hanno dato fastidio a un governo e allo stesso tempo al suo popolo che ha deciso di ricostruire la sua propria storia”. Pagine Esteri
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