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martes, 16 de enero de 2024

Tentativo di colpo di stato in Guatemala.

Tentativo di colpo di stato in Guatemala

di Davide Matrone

Nella giornata di ieri, domenica 14 gennaio nella capitale del Guatemala si sono registrate forte tensioni all’esterno del Parlamento durante l’insediamento del nuovo governo Arévalo. La decima legislatura,  dall’istaurazione della democrazia dal 1986, si è ufficializzata solo qualche minuto prima della mezzanotte. Bernardo Arévalo, Il neo eletto presidente del Guatemala, ha denunciato pubblicamente un chiaro tentativo di colpo di stato di fronte alla vittoria democratica delle elezioni svoltesi lo scorso anno 2023. Per quasi 12 ore, cioé dalle 12 alle 23 e 50 circa, nella capitale del paese si è passati dalla festa agli scontri di piazza. Alla fine della giornata Arévalo ha ricevuto il riconoscimento legale ed è, di fatto, il presidente del Guatemala fino al 2028.


Immagini in vivo riprese dalla TV Guatemalteca

Elezioni in Guatemala nel 2023

Le elezioni nel paese si son svolte lo scorso anno 2023. Al primo turno, in data 25 giugno, i risultati avevano dato la vittoria alla candidata Sandra Torres del partito della destra UNE. Sandra Torres, politica e imprenditrice guatemalteca, era stata la First Lady dell’ex presidente della Repubblica, Álvaro Colom dal 2008 al 2012, scomparso tra l’altro quasi un anno fa. Colom fu il primo presidente socialdemocratico della storia a governare il Guatemala. Inoltre, la stessa Torres all’epoca si era caratterizzata per l’intervento di politiche sociali rivolte ai ceti più bassi della popolazione. Quest’ultima alle elezioni del 2023 aveva conseguito, al primo turno, il 21% dei voti soprattutto nella zona nord del paese. Mentre al secondo posto si era posizionato e a sorpresa, il candidato socialdemocratico Bernado Arévalo conquistando il 15,5% dei consensi registrati soprattutto nei dipartimenti del sud del Guatemala. Al ballottaggio del 20 agosto, infine, si è sancita la vittoria di Bernardo Arevalo con il 61% dei voti contro Torres ferma al 39%. L’apparentamento tra la candidata Torres con il presidente italo guatemalteco uscente Gianmattei non è stato sufficiente a sconfiggere l’incomodo sfidante mal visto dalle elite locali e dal governo statunitense. Al ballottaggio, Arevalo ha vinto in 17 dipartimenti più quello della capitale di Città del Guatemala a differenza di Sandra Torres che ha conquistato la maggioranza dei voti solo in 5 dipartimenti e tutti concentrati nella stessa zona nord del paese.

Arévalo è stato capace di conquistare un largo consenso che va dai giovani alle comunità indigene, catalizzando il voto della sinistra urbana e dei giovani che negli ultimi anni hanno criticato le politiche antisociali dei governi neoliberisti di destra. Lo stesso Arévalo l’ha dichiarato durante la campagna elettorale d’ispirarsi alla gioventù e alle comunità indigene del paese che sperano in un cambiamento per il paese in termini di giustizia sociale, difesa dei diritti della natura.

Le tensioni di ieri si sono accumulate nel tempo. Il Tribunale Supremo Elettorale del Guatemala, lo scorso dicembre aveva dichiarato che si erano registrate una serie di irregolarità nel processo elettorale e che il Movimiento Semilla del neo presidente eletto doveva essere sospeso. I parlamentari della destra incrementavano le tensioni con una serie di dichiarazioni nelle quali facevano intendere di non riconoscere il risultato delle elezioni presidenziali. La Procura Generale dello Stato del Guatemala, attraverso i procuratori Rafael Curruchiche e Leonor Morales, avevano affermato che le elezioni dovevano essere annullate e rifatte. L’eccezione in questo scenario era rappresentata dall’Organizzazione degli Stati Americani (OEA) che sosteneva la regolarità delle elezioni chiedendo al Presidente Gianmattei, alla Corte Costituzionale, alla Corte Suprema di Giustizia e al Parlamento di difendere le Istituzioni e l’Ordine Costituzionale rispettando la volontà popolare. La stessa delegazione dell’OEA aveva già espresso delle preoccupazioni nel suo rapporto finale in data 23 agosto del 2023 redattando che si erano registrate delle “pressioni intense e costanti con l’intervento di diversi attori che avevano cercato di non riconoscere o ritardare l’ufficializzazione dei risultati elettorali, di intimidire i rappresentanti degli organismi elettorali internazionali ed erosionare il processo democratico”. Quindi la vittoria di Arévalo, sin dai primi giorni post elezioni non venivano ben vista da alcuni settori del paese. https://www.oas.org/es/centro_noticias/comunicado_prensa.asp?sCodigo=C-047/23

Per saperne di più ho raggiunto Ugo D’Errico ex professore dell’Istituto di Cultura del Guatemala con cui abbiano chiacchierato sugli ultimi avvenimenti.

Cosa è successo ieri?

Ieri ci doveva essere l’insediamento del nuovo governo Arévalo. L’atto era previsto alle 16 ma si è registrato un grande ritardo. In quel momento, inoltre, che si è paventata la possibilità che una parte dell’esercito potesse assumere il potere. Poi, questo non è successo

Prima dell’atto d’insediamento ufficiale il presidente si era riunito nel Teatro Nacional, nella sala intitolata a Efraín Recinos del Centro cultural “Miguel Ángel Asturias", in attesa che una delegazione del parlamento gli portasse l’accreditamento ufficiale. Questo passaggio non è avvennuto ed anzi si è volutamente ritardato il processo. Il Parlamento ha fatto tutto il possibile per evitare l’insediamento dei parlamenti del presidente eletto e dei partiti alleati di Arevalo.

Arévalo ha atteso, in un’atmosfera palpabile di tensione mista a festa, fino alla fine della giornata. Questi ritardi hanno agitato i sostenitori di Arévalo che erano in piazza a festeggiare. Erano previsti dei concerti e delle attività in tutta la capitale, ma poi tutto questo si è trasformato in una veglia continua fino a pochi minuti della mezzanotte di ieri. Le migliaia di sostenitori di Arévalo, composti prevalentemente da giovani, da indigeni e da vecchi militanti della sinistra, si sono spostati in più momenti della giornata dalle piazze della città fino alla sede del Parlamento per fare pressione sui parlamentari che ostacolavano il regolare passaggio di consegne da un governo all’altro. Durante queste fasi poi si sono registrate anche delle tensoini con la polizia e con l’esercito presente in strada. Poi alla fine a pochi minuti prima della mezzanotte il riconoscimento è avvenuto. Questa perdita di tempo, a mio avviso, è servita all’ex Presidente Gianmattei per fuggirsene dal paese. Durante la serata non si sapeva dove fosse. Infatti era assente all’atto di possessione ufficiale di Arévalo.

In Plaza de la Constitución nella capitale Guatemalteca. Foto di Ugo d'Errico

Quali presidenti sono intervenuti ieri?

Xiomara Castro dell’Honduras, Gustavo Petro della Colombia, Geraldo Alckmin vicepresidente del Brasile, un viceminsitro di Cuba, Johonny Briceño del Belize, Joseph Borrell rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e Politica di Sicurezza, Gabriel Boric presidente del Cile e Felipe VI il Re di Spagna. Questi ultimi due poi hanno lasciato il Guatemala prima degli altri. Si è registrata l’assenza dei rappresentanti del governo degli Stati Uniti se non la rappresentante dell’USAID.

In sintesi, ieri la destra guatemalteca ha voluto rovinare la festa d’isediamento al neo eletto Arévalo che governerà il paese fino al 2028, almeno si spera.


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