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domingo, 14 de junio de 2020

I 5 obiettivi della sinistra latinoamericana degli ultimi 15 anni.

di Davide Matrone 

Ripropongo un articolo pubblicato qualche anno fa sul blog quitolatino sugli obiettivi della sinistra latinoamericana. Il progressismo di sinistra in America Latina è entrato in serie difficoltà per molteplici fattori. Le turbolenze interne ed esterne mettono in crisi qualsiasi sistema o ordine stabilito fino alla sostituzione dello stesso. Questo è quanto accaduto al paradigma del Socialismo del 21 secolo teorizzato dal sociologo tedesco Heinz Dieterich Steffan. Dopo 15 - 20 anni di politiche neo - keynesiane basate nell'intervento massiccio dello Stato, nell'espansione monetaria e fiscale, nel recupero e potenziamento del settore pubblico ai danni di quello privato, nella redistribuzione delle risorse dall'alto verso il basso e da una serie riforme tributarie, oggi tutto è stato sepolto, o quasi. Il discorso ideologico dominante delle classi dominanti conservatrici, reazionarie e neoliberiste del continente hanno sintetizzato quest'esperienza con una sentenza già pre - confezionata da tempo: i governi del Socialismo del 21 secolo sono stati i peggiori della storia del continente. I quindici anni passati si sono caratterizzati per: un grande spreco di denaro pubblico, una dilagante corruzione, una pessima gestione delle risorse, l'agudizzarsi di divisioni tra classi sociali e da una incessante persecuzione politica. Non si può negare che anche questo sia avvenuto nei passati 20 anni però forse andrebbe analizzato meglio e non solo con la narrazione partidaria, pre - confezionata dei neoliberisti e dei loro canali telesivisi privati. Sarebbe opportuno, direi necessario, analizzare bene le contraddizoni sorte all'interno dei governi di sinistra, le relazioni coi movimenti sociali, la gestione delle risorse, i processi di democratizzazione delle istituzioni, tra le altre questioni. Nonostante le contraddizioni, le inefficienze e gli errori commessi, il socialismo del 21 secolo ha dato nuovamente protagonismo al continente latinoamericano in termini di sovranità territoriale, di dignità e democrazia. I movimenti sociali, le masse, i lavoratori, le organizzazioni di base hanno riattivato una nuova pratica politica arruginitasi nel tempo. In questi due decenni si è posto al centro del dibattito politico: a) il processo di ridistruibuzione delle risorse economiche dall'alto verso il basso, b) il ruolo dello Stato, c) la disputa tra il settore pubblico e privato, d) la difesa della sovranità territoriale ed infine e) l'integrazione dei popoli latinoamericani in funzione anti - imperialista. Oggi, ritorna il paradigma neoliberista con le sue politiche che affamano i più poveri, i settori popolari e indirizza le risorse dal basso verso l'altro. Il neoliberalismo in America Latina è stato sperimentato e risperimentato nei decenni trascorsi e sappiamo benissimo quali sono le conseguenze generate: 1) aumento delle disuguaglianze economiche, 2) svendita del patrimonio pubblico, 3) ingerenza delle grandi multinazionali e del capitale straniero, 4) privatizzazioni selvagge, 5) perdita della sovranità territoriale ed alimentare, 6) emigrazioni dei lavoratori verso altri continenti ed infine, 7) incremento della concentrazione delle ricchezze in pochi gruppi e famiglie dell'oligarchia continentale.  Tra i protagonisti di questa stagione progressista e di critica al neoliberismo c'è stato Álvaro García Linera, ex vicepresidente dello Stato Plurinazionale di Bolivia, intellettuale marxista, scrittore e militante. A seguire un suo articolo, tradotto in italiano.  

Buona lettura!

I 5 obiettivi della sinistra latinoamericana degli ultimi 15 anni.

In data 28 agosto del 2014 a La Paz si è realizzato il XX incontro del Foro di Sao Paolo. Al discorso inaugurale ha preso parola il Vicepresidente dello Stato Plurinazionale di Bolivia Álvaro García Linera.

Ecco alcuni punti importanti che la sinistra europea deve trarre come elemento di analisi e di azione.

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“In America Latina è sorto un modello post – liberale. La sinistra latinoamericana deve continuare il suo lavoro sulla base di cinque obiettivi fin qui raggiunti.

1) LA DEMOCRAZIA COME METODO RIVOLUZIONARIO. Prima si è assunta la democrazia come una sospettosa tappa precedente alla rivoluzione. Le esperienze delle dittature militari in questo continente ci hanno imposto questo schema. In questi ultimi 15 anni in America Latina la Democrazia si è convertita come lo spazio e il mezzo cuturale della stessa rivoluzione . Questa è la conversione di facoltà di nuova cittadinanza, fatta di pensieri, di associazioni, di mobilitazioni che hanno costituito reti che hanno permesso a tutti i governi rivoluzionari e progressisti in America Latina di accedere al potere. Quello che è successo in questo continente è l’appropriazione sociale della democrazia come lo spazio propizio per l’egemonia. L’egemonia concepita nel senso gramsciano come leadership culturale, ideologica, intellettuale e politica.  A partire dalle lotte sociali popolari, contadine e cittadine, la democrazia si è arricchita nei suoi contenuti diventando una democrazia partecipativa, radicale, comunitaria e la costruzione di un’identità colletiva. In sintesi e riassumendo quindi la democrazia come metodo rivoluzionario e non come tappa precedente alla rivoluzione. 


2) LA CONCEZIONE DELLA GOVERNABILITÀ E DELLA LEGITTIMITÀ. Oggi i governi rivoluzionari dell’America Latina hanno conseguito la loro stabilità e la loro governabilità non unicamente grazie ai meccanismi elettorali o grazie ai meccanismi istituzionali ma grazie anche all’altro elemento fondamentale della governabilità e della legittimazione rivoluzionaria e cioè la presenza popolare e la mobilitazione sociale. Le vittorie della sinistra latinoamericana sono il frutto di un processo di mobilitazione nell’ambito ideologico e culturale ma anche nell’ambito sociale – organizzativo. La conquista del potere nei nostri paesi è il proseguimento elettorale della capacità di mobilitazione e di resistenza collettiva. La legittimità dei nostri governi avvengono per via elettorale ma anche per mobilitazioni permanenti e azioni collettive dei distinti movimenti sociali.

3) LA SCOMPOSIZIONE DEL MODELLO LIBERISTA. Vediamo in molti paesi europei con pena questa ideologia e questo meccanismo di consegna delle capacità umane depositate in pochi gruppi di potere. É quando vediamo quello che accade in Grecia, in Spagna, in Italia e in Francia noi già conosciamo tutto questo perché l’abbiamo giá sperimentato qui 20 anni fa. Un modello che ha impoverito i lavoratori, che ha debilitato le strutture dello stato, che ha arricchito solo alcune imprese, che ha fatto perdere diritti. Tutto questo che cavalca in molti paesi e in molte zone del pianeta qui in America Latina sta scomparendo. Cosa ha significato questa scomposzione del modello liberista e l’entrata al modello post – liberista?

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Foto di Davide Matrone -  Marcia a Quito. 

a) In primo luogo ha significato il recupero di imprese strategiche. Il recupero di quelle imprese statati dove si creano le eccedenze economiche. Una rivoluzione che non gode delle eccedenze economiche non puó consolidare la sua leadership e la sua stabilità. Tutto questo è imprenscidibile. Il recupero di imprese strategiche controllate esclusivamente dallo stato.

b) In secondo luogo l’ampliamento delle risorse che appartengono a tutti.

c) In terzo luogo la continua redistribuzione delle ricchezze. Lo Stato deve riapprioparsi delle eccedenze economiche non per creare un nuovo impresariato ma per redistribuirle ai settori piú esclusi.

d) Recupero dei diritti del lavoro. I processi post – liberali in America Latina non hanno significato processi di autarchia e di allontanamento dai circuiti economici internazionali. La differenza è che ora l’inserimento nei circuiti economici regionali e internazionali avviene in modo selettivo e in funzione delle necessitá dei popoli e dei paesi e non di poche imprese come avveniva nel passato.

4) LA COSTRUZIONE DI UN NUOVO CORPO DI IDEE e di un nuovo senso di mobilitazioni. La politica è la lotta della direzione delle idee e delle mobilitazioni nella società. Lo Stato è materia ma è anche formato da idee. I popoli non solo lottano perché soffrono ma lottano anche perché sanno che c’è una speranza che possa eliminare questa sofferenza. La sinistra ha creato in questi 15 anni una speranza, una possibilità di vittoria, una possibilità di trasformazione di una vita quotidiana e ci è riuscita nella mente e nel cuore delle persone. In questo momento ha convertito questa forza di idee in forza elettorale e poi in forza statale e ancora in forza economica. Quali sono gli elementi di questa forza di idee?

– la pluralità e l’identità

– l’antimperialismo e l’anticolonialismo

– il pluralismo socialista

5) RINNOVATO INTERNAZIONALISMO E L’INTEGRAZIONE REGIONALE. La fondazione dell’ALBA, della CELAC, dell’UNASUR vanno in questa direzione. Tutte queste organizzazioni sono inedite nel nostro continente. Prima, 20-30-40 anni fa si costituivano organizzazioni che erano gestite, dirette e controllate dagli Stati Uniti. Queste strutture si sono create grazie alla volontà dei paesi latinoamericani e per la creazione di uno STATO CONTINENTALE che sia plurinazionale e con strutture utili per l’integrazione politica ed economica della regione.

Discorso d'inaugurazione di Álvaro García Linera, nel XX Incontro del Foro di São Paulo


Referenze:https://www.ecured.cu/Am%C3%A9rica_Latina (Foto 1)https://www.dirittiglobali.it/2020/03/i-disastri-del-liberismo-e-la-pandemia/ (foto 2)Foto 3 - di Davide Matronehttps://www.youtube.com/watch?v=Ardqozw-EaA&t=10s (Video Final)

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