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sábado, 10 de abril de 2021

Elezioni in Ecuador: il voto nullo è decisivo.

Elezioni in Ecuador: il voto nullo è decisivo.



In piena emergenza sanitaria si chiude la campagna elettorale in Ecuador. Domenica 11 aprile, oltre 13 milioni d'ecuadoregni voteranno per l'elezione del binomio presidenziale 2021-2025. Dalla mezzanotte del venerdì c'è il silenzio elettorale in un paese che ha nuovamente ripreso ad applicare un parziale lockdown per l'aumento di nuovi casi di contagi da covid. Negli ultimi giorni, i dati emanati dal Ministero della Salute sono preoccupanti. Si registrano oltre 2000 nuovi casi di contagi in poche ore che si sommano ai quasi 340 mila contagi dall'inizio della pandemia con 17 mila morti. L'Ecuador è tra i paesi con il più alto tasso di mortalità della regione. E come se non bastasse, in questa situazione drammatica due giorni fa si è dimesso (dopo appena due settimane di gestione) Mauro Falconí, il 5° ministro della Salute in 4 anni. Il nuovo Ministro della Salute Salinas, vicino al candidato Lasso, resterà in carica solo fino al 24 maggio. Cosa potrà fare?

Questo è lo scenario in cui si svolgeranno le elezioni questa domenica. Al ballottaggio son giunti: Andres Aráuz della coalizione della sinistra progressista unita sotto la sigla UNES (Unione della Speranza) e Guillermo Lasso della destra liberista, alleatosi con la destra conservatrice del partito social cristiano di Jaime Nebot. Il delfino di Rafael Correa (ex presidente della Repubblica) ha chiuso la campagna elettorale nel centro storico della capitale in zona Cumandá. Una chiusura vecchio stile, con la presenza di oltre 3000 persone che hanno salutato con ovazioni ed entusiasmo anche il messaggio da Bruxelles del loro líder Rafael Correa. Quest'ultimo, a più riprese, ha allarmato i suoi sostenitori a restare attenti al conteggio del voto perché "faranno tutto il possibile, affinché non vinciamo". La scelta di chiudere a Quito è stato un atto simbolico per il correismo. La regione del Pichincha è importante nello scacchiere politico nazionale. Bisogna recuperare l’importante sconfitta al primo turno in questa regione, dove Aráuz ha raggiunto solo il terzo posto con il 22.53% scavalcato da Lasso con il 25,68% ed anche dall'outsider delle elezioni, Xavier Hervás al 23,54%. I sondaggi attualmente vedrebbero un testa a testa nella regione della capitale con un 1% di vantaggio del candidato Lasso. Quest'ultimo ha chiuso la campagna elettorale a 400 km di distanza, a Guayaquil, nel feudo dei suoi alleati socialcristiani liderati dall'ex sindaco della città Jaime Nebot. La chiusura della campagna elettorale è stata totalmente differente. Lasso su una banchina del lungomare, attorniato dai suoi sostenitori ha proclamato il suo ultimo discorso elettorale. Alle spalle una miriade di piccole imbarcazioni di pescatori locali che creavano la coreografia con le bandiere tricolori del paese, invece del bianco del suo partito. La scelta di chiudere a Guayaquil non è casuale nemmeno per il candidato delle destre. Qui, nel feudo socialcristiano Lasso, al primo turno, ha registrato una sonora sconfitta. Aráuz ha vinto con il 41.83% distanziando notevolmente il banchiere fermo al 25,23%. Qui, l’allenza elettorale tra il partito di Lasso e quello di Nebot, sembra non abbia funzionato. In politica, le alleanze non sempre fanno la somma. Vincere in questa grande fetta del paese è importante per conquistare il Palazzo Carondelet. I sondaggi in questa regione darebbero vincitore Arauz con il 58.85% dei voti contro il 41.15% di Lasso. La partita si giocherà in tre regioni: Pichincha, Manabí e Guayas. Quest’ultima storicamente incide fortemente nell'elezione di un presidente della Repubblica in Ecuador. Un po' come succede negli Stati Uniti con lo stato della Florida.

I sondaggi degli ultimi giorni danno Aráuz ancora vincente ma Lasso ha recuperato costantemente nelle due settimane. Dai 12 punti percentuali di vantaggio di Aráuz al primo turno, Lasso ne avrebbe recuperati almeno 8-9% analizzando i dati degli istituti elettorali sulla pagina ufficiale del CELAG. L’appoggio incassato da Arauz, da parte di Jaime Vargas della CONAIE potrebbe essere importante per la probabile vittoria del candidato della sinistra. Tuttavia, gran parte del movimento indigeno ha dichiarato in un comunicato ufficiale che resterà fermo sulla posizione del voto nullo ideologico che secondo i sondaggi si attesterebbe intorno al 25%. Quest’ultimo dato potrebbe rappresentare la vera novità in questa elezione finanche per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica dell’Ecuador.

 

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