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jueves, 2 de octubre de 2025

Lo sciopero nazionale paralizza l’Ecuador, assaltato il convoglio del presidente Noboa

 Internazionale

Lo sciopero nazionale paralizza l’Ecuador, assaltato il convoglio del presidente Noboa

lunes, 29 de septiembre de 2025

ECUADOR: PROTESTE E MANIFESTAZIONI CONTRO IL GOVERNO. DUE MORTI NELLE ULTIME ORE

 Posted on : 29 Settembre 2025 - 10:04

Pubblicato su: https://www.radiondadurto.org/2025/09/29/ecuador-proteste-e-manifestazioni-contro-il-governo-due-morti-nelle-ultime-ore/

lunes, 22 de septiembre de 2025

ECUADOR. Il governo risponde con il coprifuoco allo sciopero nazionale


ECUADOR. Il governo risponde con il coprifuoco allo sciopero nazionale



Quito. Negli ultimi giorni in Ecuador si registrano disordini e proteste per le ultime misure neoliberiste del governo Noboa che con autoritarismo continua il suo programma politico sotto le direttive del Fondo Monetario Internazionale. Lo scorso luglio, il Direttivo Esecutivo del FMI aveva siglato un rinnovato accordo di 48 mesi con l’Ecuador con l’obiettivo di promuovere una serie di politiche economiche mirate alla sostenibilità finanziaria del paese. Tuttavia, si generano politiche economiche che aumentano la disoccupazione (+0.8% da marzo a maggio 2025), un tasso di povertà al 24% e un incremento del 47% dei tassi di omicidi rispetto al primo semestre dell’anno precedente (dati INEC dell’Ecuador).

Abolizione del sovvenzionamento statale al diesel

Lo scorso martedì con il Decreto Esecutivo n° 126, il Governo ecuadoriano ha eliminato il sussidio al diesel generando un incremento immediato di 1 dollaro al gallone passando cosi da un valore di $1.8 a $ 2.8. Un provvedimento impopolare e storico in quanto il sussidio al diesel in Ecuador era rimasto in vigore fin dal 1974 e cioé dai tempi della dittatura militare del generale Guillermo Lara Rodríguez.

Durante la storia del paese, si sono registrati vari tentativi di abrogazione del sussidio statale come nel caso del governo di Abdalá Bucaram nel 1997 e in quello del neoliberista Jamil Mahuad nell’anno 2000. Tuttavia e in ogni circostanza, le reazioni dure e contrarie da parte della popolazione avevano poi fatto desistere le intenzioni dei governi di turno. Allora come oggi, le proteste non si sono fatte attendere. I primi a rifiutare la misura governativa sono stati i trasportatori che hanno minacciato e poi messo in pratica una sospensione del trasporto cittadino e interprovinciale in molte parti del paese. Posti di blocco si sono verificati nella regione nord del Carchi, nella zona centrale del Cotopaxi e nel sud della regione dell’Azuay. Il paese ha vissuto due giorni di caos e interruzione della regolare circolazione. I trasportatori, inoltre, hanno protestato per la mancanza di sicurezza e per l’aumento di assalti a mano armata che subiscono da tempo sulle autostrade della nazione. Alla crisi economica va aggiunta anche quella sociale, che non si placa. Dopo quasi un’intera giornata di blocchi stradali, le parti sono giunte a una serie di accordi per migliorare la sicurezza dei lavoratori del settore del trasporto e di limitare le perdite economiche con la nuova misura governativa. Altri posti di blocco e disordini si sono registrati nelle regioni di Bolivar e del Cotopaxi dove l’ex lider della CONAIE, Leonidas Iza, ha ancora seguito e consensi. Qui, anche la presidente della Regione, Lourdes Tibán, ha criticato le misure del governo in quanto questo provvedimento arrecherà problemi economici soprattutto a piccoli produttori dell’agricoltura che saranno costretti ad aumentare i prezzi dei beni di prima necessità. La CONAIE con il suo nuovo lider Vargas, ha indetto un’assemblea permanente del Consiglio Politico che dureràfino al 18 settembre per poi decidere quali saranno le prossime azioni politiche del movimento indigeno. Tra le prime richieste quella appunto di abrogare il Decreto 126. Altre proteste si sono verificate nella regione del Pichincha e nella capitale Quito dove son scesi in piazza gli studenti dell’Università pubblica della Centrale, la Federación Unitaria de Trabajadores (FUT) ed altre sigle di lavoratori che hanno attraversato le vie del centro storico con l’obiettivo di raggiungere Palacio Carondelet, sede della presidenza della Repubblica. La giornata di protesta si è conclusa con una serie di scontri in piazza con le forze dell’ordine. La tensione è ancora alta nel paese e la preoccupazione della popolazione è presente considerando l’incremento dei prezzi di alcuni prodotti alimentari nei mercati di Quito in questi primi due giorni di applicazione del decreto. Inoltre, l’abolizione del sussidio al gasolio potrebbe portare un aumento del biglietto giornaliero del trasporto cittadino e interprovinciale. Di fronte a questa situazione di disordini e caos, il governo ha risposto ancora una volta con la dichiarazione dello stato d’eccezione in 7 regioni del paese che guarda caso son quelle in cui si sono registrati i maggiori disordini. Una misura applicata già ben 11 volte in appena 16 mesi di governo. Il provvedimento prevede anche l’abolizione della libertà di riunione che si estenderà per i prossimi 60 giorni. Con questa presa di posizione, il governo dimostra ancora una volta la sua deriva autoritaria con l’obiettivo di frenare le contestazioni contro il provvedimento anti-popolare.

A Cuenca la marcia dell’acqua in difesa della Riserva Naturale Quimsacocha

Nonostante la dichiarazione dello stato d’eccezione anche nella regione del sud dell’Ecuador dell’Azuay, nel capoluogo Cuenca nella giornata del 16 settembre son scese in strada oltre centomila persone. La manifestazione per la difesa dell’acqua come bene pubblico e della riserva naturale di Quimsacocha è andata oltre qualsiasi aspettativa. La città di Cuenca aveva annunciato da tempo una grande mobilitazione cittadina alla quale avevano aderito gran parte dei settori politici e sociali del capoluogo. Anche il sindaco della città, Cristian Zamora, e il Presidente della Regione hanno aderito alla manifestazione popolare. Quest’ultimo inoltre, aveva avvertito il Presidente Noboa che la popolazione cuencana e regionale si era già espressa contraria al progetto minero di Loma Grande nei referendum locali del 2021 che aveva visto vincere il NO con l’80,9%. Referendum approvati e ratificati dal Consiglio Nazionale Elettorale. Il popolo di Cuenca e dell’intera regione ha ribadito il suo NO al progetto di estrazione di minerali che il governo centrale vuole concedere alla multinazionale canadese Dundee. Si tratta di uno scempio ambientale in una delle più grandi e più belle Riserve  Naturali del paese denominata Quimsacocha. Impattanti le immagini dei droni che hanno sorvolato l’intera città. Un immenso fiume umano ha attraversato da nord a sud la capitale della regione Azuay in una delle più imponenti manifestazioni pacifiche che si registrano nell’intero paese e forse la più grande della storia della città.

Convocazione dello sciopero generale immediato e indefinito

Nella giornata del 18 settembre, il Consiglio Politico della CONAIE, ha convocato a uno sciopero generale immediato e permanente per sua base sociale, a tutte le organizzazioni e alla società civile affinché il governo non elimini il Decreto 126 (eliminazione del sussidio al diesel), la consulta popolare di novembre e la Convocazione di una nuova Assemblea Constituente per riscrivere una nuova Carta Magna con una chiara matrice neoliberista. Dopo le dichiarazioni di Vargas, neo presidente della CONAIE, si sono aggiunte quelle di Espinoza, Presidente della FENOCIN  dichiarandosi in mobilitazione e in assemblea permanente in tutti i territori per iniziare il processo di sciopero nazionale progressivo e indefinito e di Bedoya della FUT (Federación Unitaria de Trabajadores) che dalla capitale ha annunciato il suo appoggio alla mobilitazione nazionale. La risposta del governo non si è fatta attendere dichiarando che risponderà con il pugno duro contro coloro che vorranno mettere sotto sopra il paese con l’applicazione del coprifuoco dalle 22 alle 05 in tutto il paese. L’arresto sarà immediato e per la durata di 30 anni.

Nel frattempo, secondo un ultimo sondaggio realizzato dall’Istituto CIESS, il consenso del Presidente della Repubblica, Daniel Noboa, scende dal 56% al 42%. L’operato registra un giudizio negativo soprattutto nella zona rurale del paese con un rifiuto del 67%. Inoltre, nelle due principali città del paese, Quito e Guayaquil, aumenta la delusione rispetto alle aspettative iniziali. A Quito la percentuale è del 65% mentre a Guayaquil èdel 59%. Da ricordare che proprio durante la campagna elettorale scorsa, Noboa aveva annunciato che non avrebbe eliminato il sussidio al gasolio.

Pubblicato su: https://pagineesteri.it/2025/09/20/america-latina/ecuador-il-governo-risponde-con-il-coprifuoco-allo-sciopero-nazionale/


miércoles, 30 de julio de 2025

Ecuador: svolta moderata nel movimento indigeno con l'elezione di Vargas

Ecuador: svolta moderata nel movimento indigeno con l'elezione di Vargas 

La CONAIE cambia rotta: Marlon Vargas eletto presidente battendo Leonidas Iza. Espulsi sei deputati Pachakutik, cresce il rischio di un avvicinamento al governo Noboa.

Quito – L’ottavo congresso nazionale della Confederación Nacional de los Pueblos y Nacionalidades Indígenas del Ecuado (CONAIE) si è concluso con l’elezione di Marlon Vargas come nuovo presidente per il periodo 2025 – 2028. L’ex presidente della CONFENAIE vince con 619 voti (il 53% dei consensi totali) contro 540 voti dell’uscente Leonidas Iza.
Al Centro d’Integrazione Internazionale dei Popoli (CIIP) di Quito, quasi 60 organizzazioni dei popoli e delle nazionalità articolate nella CONAIE dell’Ecuador, dal 18 al 20 luglio hanno affrontato, nelle 10 tavole tematiche, le sfide per i prossimi 3 anni come: l’educazione interbilingue, l’economia popolare e solidale, l’estrazione illegale delle risorse dei territori da parte delle multinazionali, la difesa delle riserve naturali dell’Amazzonia, l’autodeterminazione dei popoli indígeni, la violenza e il razzismo, tra gli altri temi.
Una volta approvati i mandati e le risoluzioni come il cambio dello Statuto Interno, il rapporto della gestione CONAIE del periodo 2022 – 2025, il rapporto dell’Università Indigena Amawtay Wasi e l’espulsione dei 6 membri del Pachakutik, è stato eletto il Tribunale Elettorale composto da un delegato internazionale come Nelly Kuil CIACPY ed altri rappresentanti delle differenti nazionalità indigene.

Riforma dello Statuto interno e rielezione di Iza

Durante questo congresso un punto molto disputato è stato quello della Riforma dello statuto interno ed in particolare l’emendamento degli articoli 24 e 25 che sanciscono l’impossibilità di una rielezione da parte del presidente in carica. Dal primo giorno dei lavori congressuali, il Consiglio di governo in carica, ha proposto all’assemblea la riforma dei due articoli per permettere, praticamente, la ricandidatura di Leonidas Iza e quindi preservare l’autonomia della Confederación Nacional de los Pueblos y Nacionalidades Indígenas del Ecuador. Dai molti delegati territoriali si è manifestata la preoccupazione fondata che la confederazione indigena potesse essere cooptata dal governo neoliberista attuale attraverso la presenza di alcuni popoli e nazionalità oggi vicine al governo.
La mozione capeggiata da Leonidas Iza, proponente la rielezione, alla fine è passata con 542 voti e 471 voti contrari. Con questa votazione, approvata dall’Assemblea, Iza ha potuto presentare la sua ricandidatura e giocarsela con gli altri candidati. In questa fase congressuale si è, inoltre, registrato, uno scontro quasi fisico tra Iza e Fernando Guamán (líder della regione del Chimborazo che ha appoggiato Daniel Noboa alle ultime elezioni). Quest’ultimo ha assaporato la dura reazione dell’assemblea che l’ha praticamente delegittimato ed escluso dalla candidatura per l’elezione finale. Uscito di scena, Guamán ha poi indirizzato i suoi voti al candidato Marlon Vargas.

Espulsione di 6 membri di Pachakutik dalla Confederación Nacional 

Durante la seconda giornata del Congresso si è consumato uno strappo all’interno dell’organizzazione e cioè: l’espulsione di 6 membri nazionali del partito Pachakutik dalla Confederación Nacional de los Pueblos y Nacionalidades Indígenas del Ecuador. Alle ultime elezioni presidenziali del 2025, Leonidas Iza, il candidato di Pachakutik è stato il terzo candidato più votato con il 5.3% dei voti a livello nazionale conquistando ben 9 membri, cinque in più rispetto alle elezioni presidenziali del 2023. Di questi 9 membri, sei hanno più volte votato con l’attuale maggioranza di governo come per esempio la Legge di Solidarietà Nazionale. Una legge con un forte carattere repressivo e fascistoide per fronteggiare il problema della sicurezza interna del Paese. Alla Confederación Nacional de los Pueblos y Nacionalidades Indígenas del Ecuador non è piaciuta la posizione accondiscendente verso il governo dei propri legislatori. Inoltre, gli stessi 6 membri hanno votato a favore di Niel Olsen, candidato della destra per la Presidenza della Camera. Con oltre 90% dei voti il Congresso ha votato per l’espulsione dei propri legislatori per tradimento verso il mandato popolare. Nel frattempo i membri espulsi hanno già risposto attraverso le proprie reti sociali dichiarando che la decisione del Congresso della Confederación Nacional de los Pueblos y Nacionalidades Indígenas del Ecuador è stata radicale, arbitraria ed unilaterale.

Disputa ideologica tra Iza e Vargas

Marlon Vargas della nazionalità Achuar dell’Ecuador che si ubica nelle regioni amazzoniche di Pastaza e Morona Santiago, nel suo discorso ha puntato all’unità e al rafforzamento dell’Organizzazione. Ha sostenuto di voler ascoltare le istanze territoriali, di voler continuare a lottare per la difesa dell’acqua, difendere l’educazione interbilingue, la salute, i saperi ancestrali e la Pachamama. Inoltre, ha dichiarato di volere difendere e potenziare l’Università Indigena Amawtay Wasi sostenendo la connotazione plurinazionale della stessa. Ha ribadito, in vari momenti del suo discorso, di non essere una candidatura di nessun partito politico, ma l’espressione dei territori dai quali proviene e ha lottato. Su quest’ultimo punto, si palesano delle contraddizioni. Le regioni di Pastaza e Morona Santiago, da cui proviene in maggioranza la nazionalità Achuar alle scorse elezioni presidenziali ha votato in gran maggioranza per il candidato della destra Daniel Noboa. Inoltre, nelle votazioni interne di questo Congresso, Marlon Vargas ha ricevuto i voti dei popoli e nazionalità della Sierra e dell’Amazzonia che hanno votato per la destra alle ultime elezioni. Inoltre, nel suo discorso non c’è stata nessuna critica al paradigma di sviluppo estrattivista e neoliberista di Noboa. Tutt’altra posizione quella del presidente uscente, Leonidas Iza. Nel suo intervento ha dichiarato con fermezza: quella di oggi è una prova di fuoco tra il progetto politico dei popoli e delle nazionalità indigene e il progetto a favore degli interessi del governo e delle transnazionali nei nostri territori. Iza ha capeggiato el paro nacional del 2022 contro le politiche neoliberiste del governo del banchiere Guillermo Lasso e ha sostenuto al ballottaggio la candidata del centro-sinistra Luisa González alle elezioni passate per battere il neoliberismo e il fascismo. Ha ribadito, ancora una volta, la sua posizione intransigente e radicale contro il modelo estrattivista dell’attuale governo Noboa e delle multinazionali straniere. La vittoria di Marlon Vargas risponde a una fase nuova del Movimento Indigena che probabilmente abbandonerà posizioni radicali e di lotta intransigente per passare ad una fase più concertativa con il governo. In base ai discorsi e alle voci raccolte nel Congresso, questa sembra essere la linea.

L’autore: Davide Matrone è docente all’Universitad politecnica salesiana


 

Ecuador, la CONAIE destituisce Leonidas Iza

 Ecuador, la CONAIE destituisce Leonidas Iza



Quito. Dopo 3 giorni di intensi lavori, si conclude l’VIII Congresso Nazionale della CONAIE a Quito, presso il Centro d’Integrazione Internazionale dei popoli. Lo scrutinio, combattuto fino alla fine, ha sancito la vittoria di Marlon Vargas con 691 voti contro i 540 di Leonidas Iza. Al Coordinatore Nazionale uscente non è risultato sufficiente vincere 4 seggi elettorali su 6, in quanto la differenza maturata nei due seggi andati a Vargas è stata nettamente superiore.

Le opposizioni interne alla CONAIE contro IZA

Un primo elemento abbastanza visibile che si è palesato sin dall’inizio del Congresso  è stato quello di far fuori Iza con l’occupazione del Congresso mediante una serie di líder giunti da differenti territorio del paese. Dal 1° giorno dei lavori circolavano ben 4 nomi alternativi a Iza come a marcare il territorio e a comunicare le intenzioni delle opposizioni contro il Coordinatore in carica. Fernando Guamán della regione del Chimborazo, che alle elezioni passate aveva fatto campagna elettorale apertamente per Noboa, Ercilia Castañeda di Otavalo (dove si concentra la borghesia indígena della regione d’Imbabura) e Marlon Vargas della nazionalitàAchuar presente prevalentemente nelle regioni di Morona Santiago e Pastaza che alle elezioni presidenziali hanno appoggiato nelle urne Daniel Noboa. Era evidente sin dall’inizio che a questo Congresso c’era una vera e propria prova di forza.

VIII Congresso CONAIE, Ecuador – Foto di Davide Matrone



La CONAIE espelle a 6 parlamentari di Pachakutik per tradimento  

Durante questo Congresso un grande dibattito si è generato intorno al comportamento politico di 6 assembleisti nazionali del partito Pachakutik eletti alle scorse elezioni presidenziali. Pachakutik è stato il terzo partito più votato con il 5.3% conquistando 9 assembleisti, raddoppiando quelli ottenuti alle elezioni presidenziali del 2023. Di questi 9 assembleisti, sei hanno più volte votato con l’attuale maggioranza di governo come per esempio la Legge di Solidarietà Nazionale. Una legge con un forte carattere repressivo e fascistoide per fronteggiare il problema della sicurezza interna del paese. Molti delegati territorial della CONAIE hanno espresso il loro forte disappunto contro questi parlamentari che si sono accodati alle posizioni del governo attuale. Inoltre, gli stessi 6 assembleisti avevano appoggiato la candidatura a Presidente della Camera a Niel Olsen del partido ADN di Daniel Noboa. Con oltre il 90% dei voti, il Congresso ha votato per l’espulsione dei propri legislatori.

La contrapposizione ideologica e organizzativa Iza e Vargas

Marlon Vargas della nazionalità Achuar dell’Ecuador che si ubica nelle regioni amazzoniche di Pastaza e Morona Santiago, nel suo discorso ha puntato all’unità e al rafforzamento dell’Organizzazione. Ha sostenuto di voler ascoltare le istanze territoriali, di voler continuare a lottare per la difesa dell’acqua, difendere l’educazione interbilingue, la salute, i saperi ancestrali e la Pachamama. Inoltre, ha dichiarato di volere difendere e potenziare l’Università Indigena Amawtay Wasi sostenendo la connotazione plurinazionale della stessa. Ha una lunga traiettoria politica ed organizativa nel movimento indigeno dell’Amazzonia. Ha giocato un ruolo importante negli scioperi nazionali del 2019 e 2022 contro il modelo neoliberista di Moreno e Lasso. Ha ribadito, in vari momenti del suo discorso, di non essere una candidatura di nessun partito politico, ma l’espressione dei territori dai quali proviene e ha lottato. Su quest’ultimo punto, si palesano delle contraddizioni. Le regioni di Pastaza e Morona Santiago, da cui proviene in maggioranza la nazionalità Achuar alle scorse elezioni presidenziali ha votato in gran maggioranza per il candidato della destra Daniel Noboa. Inoltre, nelle votazioni interne di questo Congresso, Marlon Vargas ha ricevuto i voti dei popoli e nazionalitàdella Sierra e dell’Amazzonia che hanno votato per la destra alle ultime elezioni. Inoltre, nel suo discorso non c’è stata nessuna critica al paradigma di sviluppo estrattivista e neoliberista di Noboa. Vargas, oltretutto si è dichiarato anti-correista da quando nel primo governo Correa fu perseguito dallo stesso durante la sua gestione della radio La Voz de Arutas. In quest’epoca Vargas era dirigente di comunicazione della Nae.   Tutt’altra posizione quella del presidente uscente, Leonidas Iza. Nel suo intervento ha dichiarato con fermezza: quella di oggi è una prova di fuoco tra il progetto politico dei popoli e delle nazionalità indigene e il progetto a favore degli interessi del governo e delle transnazionali nei nostri territori. Iza ha capeggiato el paro nacional del 2022 contro le politiche neoliberiste del governo del banchiere Guillermo Lasso e ha sostenuto al ballottaggio la candidata del correismo Luisa González alle elezioni passate per battere il neliberismo e il fascismo. Ha ribadito, ancora una volta, la sua posizione intransigente e radicale contro il modelo estrattivista dell’attuale governo Noboa e delle multinazionali straniere. La vittoria di Marlon Vargas risponde a una fase nuova del Movimento Indigena che probabilmente abbandonerà posizioni radicali e di lotta intransigente per passare ad una fase più concertativa con il governo. In base ai discorsi e alle voci raccolte nel Congresso, questa sembra essere la linea. Pagine Esteri


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