Così il presidente Usa aggiunge sanzioni contro l'isola mediante l’applicazione del Memorandum presidenziale n°5, per cercare di piegarla definitivamente.
L’attuale presidente statunitense ha sempre mostrato una forte ostilità verso Cuba, sin dal suo primo mandato cominciato nel gennaio 2017. Allora, durante un meeting a Miami e in piena campagna elettorale aveva promesso che se fosse stato eletto, avrebbe rovesciato la politica di apertura degli Stati Uniti verso Cuba in nome dell’affermazione di “libertà religiose e politiche” nell’isola. Inoltre, aveva detto che si sarebbe allineato “con i cubani in lotta contro l’oppressione comunista”. Trump non è mai stato d’accordo con la politica estera del suo predecessore Obama e con le concessioni fatte al governo cubano. Lo storico incontro tra Barack Obama e Raúl Castro il 17 dicembre del 2014 aveva posto le basi per ristabilire le relazioni diplomatiche tra i due Paesi fino alla normalizzazione dei vincoli bilateriali.
Il progetto di riavvicinamento Usa – Cuba si interruppe il 17 giugno 2017 con la firma di Trump del primo Memorandum presidenziale di sicurezza nazionale con l’obiettivo di rafforzare la politica estera degli Usa anticubana. Tra l’altro, la scelta del luogo e delle presenze a quell’atto pubblico non furono per niente casuali. L’evento si tenne presso il teatro Manuel Artime della Pequeña Habana, che porta il nome del capo della brigata mercenaria 2506 sconfitta sulle spiagge di Playa Girón nell’aprile del 1961. Le persone attorno alla scrivania del presidente statunitense appartenevano a un ridotto gruppo di mercenari e sbirri della dittatura di Fulgencio Batista. In questo scenario Trump compì con la sua promessa elettorale dando soddisfazione ai legislatori e alle lobby anti-cubane dello stato della Florida che lo avevano votato in maggioranza (55% contro il 45% a favore di H. Clinton).
Nell’aggiornamento al Memorandum si stabiliscono una serie di misure dirette a inasprire il blocco economico e a provocare maggiori mancanze al popolo cubano, con l’obiettivo – più volte fallito – di impadronirsi del Paese e riscrivere il suo destino. Le nuove e reiterate sanzioni si applicano in conformità alla legge Helms – Burton dell’anno 1996. Tra gli obiettivi c’è quello di debilitare ulteriormente il settore del turismo che già registra una riduzione importante di turisti pari a -28% rispetto allo stesso periodo precedente, secondo dati emanati dall’Istituto nazionale di statistica e informazione (Onei). Il settore turistico che, nell’anno 2018 raggiunse il picco con l’arrivo di circa 5 milioni di visitatori, nel 2024 ha registrato una presenza di appena 2 milioni di visitatori. Si registra un calo di turisti dal Canada (-29%), dalla Russia (-45%) ed un’ altra riduzione importante di turisti proviene dagli Stati Uniti, dalla Francia, dall’ Italia, dalla Germania e dall’ Argentina, tra gli altri.
Di fronte alla nuova aggressione statunitense, Bruno Rodríguez ministro delle Relazioni estere del governo cubano ha dichiarato che la politica ostile di Trump viola il diritto internazionale e numerose risoluzioni delle Nazioni Unite. Cerca di giustificare l’uso della coercizione economica come arma di aggressione contro un paese sovrano, con l’obiettivo di spezzare la volontà politica dell’intera nazione e sottometterla alla dittatura egemonica degli Stati Uniti. Non è un caso che, dal 1992, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite abbia chiesto quasi all’unanimità la fine del blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba. I governanti e i politici degli Stati Uniti hanno l’audacia nel dichiarare di agire in questo modo per il bene del popolo cubano. Le sfide che Cuba deve affrontare sono grandi, soprattutto considerando gli sforzi degli Stati Uniti nel distruggere il progetto nazionale che noi cubani abbiamo costruito nel pieno esercizio dei nostri diritti sovrani, incluso il diritto all’autodeterminazione. Al governo degli Stati Uniti non importa che Cuba sia un paese pacifico, stabile e solidale, con relazioni amichevoli praticamente con il mondo intero. La politica che persegue risponde agli interessi ristretti di una cricca corrotta e anticubana che ha fatto dell’aggressione, contro i suoi vicini, uno stile di vita e un business molto redditizio.
Le nuove sanzioni imposte dagli Usa contro Cuba hanno generato reazioni a livello regionale e internazionale. Tra gli organismi ad esprimersi contro c’è l’Alba (Alleanza bolivariana per i popoli di nostra America) che condanna le nuove misure criminali adottate dal governo statunitense contro il popolo cubano. I Paesi membri condannano energicamente l’inasprimento di questa nuova aggressione che cerca di colpire gravemente tutti i settori della società cubana, come il turismo, la salute, i processi migratori, gli scambi culturali, accademici e scientifici, l’accesso alla tecnologia e dichiarare apertamente l’inasprimento del blocco economico e l’imposizione di un cambiamento di regime, tra gli altri punti.
L’autore: Davide Matrone è docente all’Universitad politecnica salesiana
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