Ho appena saputo della scomparsa di Eusebio Leal, il grande storico cubano autore del recupero del centro storico di l'Avana voluto dal Comandante Fidel Castro.
Ripropongo un articolo scritto a quattro mani con Massimiliano Diana sulla visita di Eusebio Leal a Napoli. In quel maggio del 2008 il Comune Partenopeo ebbe il gusto di invitare lo storico cubano per insignirlo del Premio Internazionale "Sebetia Ter" che ha lo scopo di dare un riconoscimento a tutti coloro che, hanno dedicato la loro vita alla Cultura, alla Scienza, alla ricerca scientifica, nel campo della medicina, della tecnologia, dell'Arte, della Musica, della Giurisprudenza, delle Scienze Matematiche, della Fisica e del Sapere, mettendo a disposizione della collettivita´ umana il risultato delle loro conquiste. Noi fummo lí ad ascoltare il grande storico cubano scomparso oggi 31 luglio all'etá di 78 anni.
Eusebio Leal a Napoli
Ha ricevuto il premio “Sebetia Ter”
“L’Arte non ha patria, ma gli artisti si!”
(José Martí)
di Massimiliano Diana e Davide Matrone
Con la citazione: “L’arte
non ha patria, ma gli artisti si” di José Martí termina l’appassionante intervento
di Eusebio Leal Splenger, giunto a Napoli nel maggio scorso.
Il 23 e il 24 maggio. Infatti, Napoli ha ricevuto l’Historiador
de la Ciudad de la Habana e padre del restauro del cuore della
capitale cubana. Lo storico cubano, già Cavaliere Ufficiale
della Repubblica Italiana, ha ricevuto il prestigioso premio
“Sebetia Ter” Premio in Architettura “Alfredo Gravagnuolo”
(Targa d’argento del Presidente
della Repubblica Italiana) insignito per la sua guida nel restauro del centro storico della capitale cubana, ispirato ad un disegno culturale lungi da qualsiasi
logica speculativa, e fermamente fedele all’identità storica e
culturale della città
Presso l’Istituto Italiano per gli
studi Filosofici e con la collaborazione dell’Università degli
studi di Napoli Federico II e la
Facoltà di Architettura della
Sun (Seconda Università di Napoli), il 23 maggio, si è tenuta la
Conferenza dello Storico dell’Arte, nonché esponente di rilievo dell’Uneac (Unione Nazionale Artisti e Scrittori Cubani), Eusebio Leal Splenger sul
tema “Restaurare l’anima di una
citta’” - “esperienza del recupero del centro storico dell’Avana” proclamato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel lontano 1982.
Presenti all’incontro Gerardo
Marotta, Presidente dell’Istituto
Italiano di Studi Filosofici; Alessandro Senatore, Presidente
dell’Istituto di Sviluppo ItaliaCuba; Benedetto Gravagnuolo,
Preside della Facoltà d’Architettura Federico II; Concetta
Lenza, Preside della Facoltà d’Architettura della Sun e Alessandra Riccio, docente dell’Orientale di Napoli.
Nel suo emozionante e interessante discorso, Eusebio Leal ha
ricordato con grande entusiasmo i suoi trascorsi nella città di
Napoli circa trenta anni fa,
quando passeggiava nel centro
storico partenopeo, curiosamente simile a quello della città cubana e immaginando un giorno
di poter realizzare un progetto
di restauro per la sua città. Nei
suoi ricordi ci sono anche le visite a Ercolano e Pompei e l’incontro con il Grande Maestro
Roberto De Simone. Sottolineando le similitudini tra La
Habana e Napoli ha ironizzato:
“Già all’aeroporto, quando tra il
caos ritiravo le valigie, mi sono
reso conto che ero atterrato nella mia Terra”.
Un breve accenno va al grave problema che tuttavia perseguita i napoletani
“Tutti i giornali al mondo parlavano di Napoli, è mai come ora
era importante per me venire
qui… ma al mio rientro porterò
dentro solo lo spirito di Napoli,
dimenticando il ricordo della disfunzione della spazzatura”.
Continua con il medesimo entusiasmo a ricordare i periodi in Italia, e in particolare l’amicizia
con Giorgio Strehler, Paolo
Grassi e Raffaele Mattioli.
Nonché la visita alla casa di
Sandro Pertini a Roma.
Di fronte a un pubblico interessato e partecipe, Eusebio Leal,
frappone ai ricordi il suo progetto realizzato negli anni nel recupero di uno dei centri storici più
belli del mondo, come quello de
La Habana “Vieja”. Spiega che
il progetto di dare un’anima e
una vita al Centro Storico de
l’Habana viene da molto lontano (1977) e “quando eravamo
un piccolo gruppo, mentre ora siamo a trecento architetti e tremila operai con duecento opere
in cantiere”. E definisce come
un miracolo il fatto che Cuba sia
riuscita a sopravvivere in quegli
otto anni di completo isolamento del ‘periodo especial’ e di come sia riuscita a uscirne, “Forse
perché abbiamo avuto rispetto e
non vergogna per la povertà. Il Centro Storico de l’Habana
che si estende per diversi chilometri molto popolati, e al tempo
stesso pieni di storia, che attrae
e raccoglie turisti. Bisogna evitare che la città diventi un museo e si trasformi in un’attrazione turistica senza identità e senza vita, ma fondamentale è il
progetto di dare un’anima alla
gente che ci vive e ci lavora.
L’utopia, e non la fantasia, su
cui si concentra il progetto di recupero della città è quella di realizzare un luogo di convivenza
che permetta alla collettività di
vivere in condizioni dignitose
negli spazi ricchi di storia. Anche i bambini, finalmente, hanno recuperato gli spazi una volta destinati a parcheggi o del tutto abbandonati. Pur non avendo
le possibilità economiche, dal
1994 ad oggi sono stati compiuti passi da gigante, rendendo pedonale il cuore della Città e ristrutturando opere, musei ed edifici di una bellezza unica e rara in America Latina come Università, Cattedrali (in particolare la Cattedrale Russa Ortodossa), il “barrio Chino”; sono state create residenze per anziani e
disabili, e da giugno ci sarà anche il Museo con i Tesori del
Mare nel Castillo de la Real
Fuerza. I finanziamenti, seppur
pochi, sono suddivisi tra fondi
per il restauro monumentale e
risorse per interventi sul sociale,
come le scuole, per esempio, e
la creazione di altri impianti con
la relativa crescita di posti di lavoro”.
A questo straordinario progetto
l’Unesco ha contribuito solo
con un riconoscimento papale,
“Siamo riusciti da soli senza
nemmeno un debito con le banche” dichiara Leal. Inoltre la
stessa ‘Oficina’ di lavoro dell’équipe capeggiata dallo storico
cubano, non ha ricevuto soldi
dallo Stato ma ha finanziato e finanzia, addirittura, il bilancio
pubblico; ha un utile del 20 per
cento e reinveste il 45 per cento
dei suoi ricavi in attività sociali:
scuole, asili nido, case per anziani e case famiglia per bambini portatori di handicap.
La due giorni napoletana di
Leal termina con una grande e
calorosa accoglienza a Villa
Doria, presso la suggestiva collina di Posillipo dove lo storico
ha ricevuto il prestigioso premio. ★
Pubblicato in:
Foto 1: autore Davide Matrone
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